Strutture

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L’ateneo ha sede all’interno del complesso sportivo, monumentale e storico del Foro Italico, progettato nel 1928 dall’architetto Enrico Del Debbio e dai suoi collaboratori. Lo stesso anno fu deposta la prima pietra. Il progetto iniziale subì numerose variazioni e in particolare quelle apportate dall’architetto Luigi Moretti nel 1936 e quelle succedutesi nel dopoguerra. Il 4 novembre del 1932 si tenne la cerimonia di inaugurazione del Foro, allora denominato Foro Mussolini.

Nel periodo iniziale furono edificati il palazzo dell’Accademia di educazione fisica e lo Stadio dei marmi. Gli edifici e gli impianti circostanti saranno costruiti negli anni successivi, fino al 1950. Per le Olimpiadi del ‘60 si ristrutturò il vecchio Stadio dei cipressi, ulteriormente ristrutturato per i mondiali di calcio del ‘90. Il Foro è ricco di mosaici all’esterno e all’interno degli edifici. Furono ideati e realizzati, tra gli altri, da Severini, Canevari, Capizzaro e Rosso.

All’ingresso del Foro si innalza il monolite dedicato a Mussolini, tagliato, in un unico blocco, nel marmo nelle cave di Carrara e poi trasportato a Roma.

Del complesso architettonico dell’Accademia fascista di educazione fisica fa parte anche lo Stadio dei Marmi, costruito su disegno dell’architetto Enrico Del Debbio, ai primi degli anni trenta dello scorso secolo. Prende il nome dal marmo bianco di Carrara che fu utilizzato per costruire gli otto gradoni destinati ad accogliere 20.000 persone.

Lo Stadio, tuttavia, non fu pensato per pubbliche manifestazioni agonistiche, ma soprattutto come sede di allenamento ginnico e militare per gli accademisti: questo spiega l’assenza di pensiline e anche la stessa struttura, pensata in chiave di “diaulo ellenico”, ovvero con due lati rettilinei e paralleli raccordati con un tratto semicircolare da tutte e due le parti. Lo stadio è completamente interrato e il gradino più alto corrisponde al livello stradale. Il campo copre una superficie di 14.000 mq.

In occasione della XVII Olimpiade lo Stadio dei Marmi ha subito piccole ristrutturazioni e sistemazioni, tra le quali un corridoio sotterraneo che lo collega allo Stadio Olimpico e locali per spogliatoi e altri servizi. L’altro elemento caratteristico dello Stadio è offerto dalle sessanta statue – donate dalle province italiane- distribuite alla sommità dello spalto.

Le statue sono tutte della stessa altezza, 4 m. , e rappresentano atleti di differenti discipline in schemi di forte similitudine, secondo lo stile di regime. Tra gli scultori che lavorarono a queste statue si ricordano tra i più prolifici: Aroldo Bellini, Tommaso Bertolino, Aldo Buttini, Silvio Canevari e Carlo De Veroli. Dello scultore Bellini sono anche i due gruppi di bronzo collocati ai lati dell’ingresso al campo. Di Angelo Canevari è invece l’ampio mosaico di 150 mq. posto anch’esso all’ingresso del campo, con la rappresentazione di otto figure di atletica leggera.

All’interno degli edifici bianchi e rossi trovano spazio il Rettorato, la Direzione Generale, gli uffici amministrativi, il Dipartimento, la Biblioteca, il Centro Linguistico, le aule e le palestre, tra le quali la Palestra Monumentale. Poco distante si trova l’edificio con la piscina storica decorata da mosaici ancora in ottimo stato di conservazione. Ulteriori aule si trovano, invece, in un edificio prospiciente la riva destra del fiume Tevere, nei pressi di Ponte Milvio.

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